Leibniz e il migliore dei mondi possibili

"Dalla perfezione suprema di Dio deriva che creando l'universo, ha scelto il miglior piano possibile, nel quale la più grande varietà possibile è congiunta col massimo ordine possibile... e ciò perché nell'intelletto divino, in proporzione alle loro perfezioni, tutti i possibili pretendono all'esistenza; il risultato di questa pretesa dev'essere il mondo attuale, il più perfetto possibile."

Riprendo una citazione di Leibniz (ovviamente tradotta) dai" Principi della natura e della grazia". Questo pensiero, nel quale il filosofo credeva fermamente, è quello che l'ha condannato ad innumerevoli prese per il culo. Uno dei primi fu Voltaire, che scrivendo il Candide infilò un personaggio (Pangloss, il precettore del protagonista) che in sostanza è l'incarnazione della parodia leibniziana. E mentre viene deriso da parecchi intellettuali Leibniz ci dimostra di essere tutt'altro che stupido, visto che alla fine del 1600 progettò la prima calcolatrice (mai realizzata per difficoltà costruttive) e fu il primo ad introdurre il concetto di calcolo infinitesimale. Non voglio annoiare, è solo per dare un idea del personaggio, perché a me interessa ritornare al pensiero citato inizialmente. 

Il male, la sofferenza e le miserie sono sempre esistiti: sono una simpatica costante della condizione umana, quindi credo che. gli anni in cui ha vissuto il filosofo/matematico in questione non facciano eccezione in tal senso. Tuttavia credo che godesse di un grosso vantaggio rispetto a noi: il non sapere. Di certo era informato, ma non come un adulto occidentale medio del 2020 perennemente connesso e  con la possibilità di accedere in tempo reale alle notizie del pianeta. 

Pur con tutta la buona volontà (tralasciando per un attimo il Covid che ieri nel mondo è arrivato a mietere 1 milione e 320.000 vittime) sapendo che negli oceani ci sono isole di rifiuti di plastica, sapendo che ieri l'ennesimo barcone di immigrati si è rovesciato ed è affogato un bambino di sei mesi (l'ultimo di una lunga serie) e che la violenza sui minori nel mondo interessa più di duecento milioni di bambini... sapendo solo queste tre cose, tralasciando la valanga di notizie negative che quotidianamente ci sommerge, ripeto, avendo cognizione di questo, come possiamo avallare la tesi di Leibniz? Che poi è la tesi dei credenti, di chi ha fede veramente e pensa che i piani divini siano perfetti e talmente superiori alle nostre povere menti da non poter essere compresi. Ieri è morto di tumore un bambino di 12 anni, un bambino di un paese qui vicino. È morto dopo aver sofferto, è mancato lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia, una famiglia di immigrati, gente laboriosa, serena e benvoluta. È una cosa di poco conto, non si troveranno notizie sui giornali: un morto in un mondo di sette miliardi di persone non ha nulla di eclatante. Tutti dobbiamo morire, che c'è di strano? Niente. Eppure io proprio non riesco a vedere questo "migliore dei mondi possibili" né a percepire un piano divino che si realizza. Mi sale solo una gran rabbia... e molta invidia per quelli che hanno una fede incrollabile e riescono ad accettare tutto il peggio con serenità. La terra potrebbe veramente essere un paradiso, siamo noi esseri umani che la stiamo trasformando in un incubo. E il piano divino dovrebbe prevede il nostro totale annientamento o la creazione di un nuovo essere umano... più "umano". 









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